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I piedi penzoloni, seduto sul cornicione di marmo del palazzone che ospita gli uffici del comune di Giugliano. Separato dall’asfalto da sei piani di disperazione. Quella senza via d’uscita, senza luce, nera come la notte. Lo sguardo rivolto solo verso il basso, in cerca di un motivo di vita. O di morte. Vuole farla finita. Mettere un punto senza andare a capo. Attorno a lui tanta gente. In strada decine di curiosi preoccupati, le fotocamere dei cellulari tutte puntate in alto. Alle sue spalle due uniformi, quelle dei Carabinieri della Sezione Radiomobile di Giugliano in Campania (NA). Tra loro qualche metro. Sanno che una mossa falsa potrebbe spegnere l’ultimo barlume di lucidità e spingere quell’uomo a sfidare la gravità. Così attendono. Uno dei due lo distrae, prova a tranquillizzarlo. L’altro lo aggira silenziosamente, approfittando del fatto che qualcuno sta intrattenendo quell’uomo al telefono. Poi arriva il momento dell’intervento. L’uomo si volta alla sua sinistra, porge lo smartphone al militare con cui aveva parlato. L’altro gli si avvicina, lo agguanta e insieme al collega lo trascina al sicuro. Entrambi non smettono di stringerlo, perché è in quei secondi che la disperazione si trasforma in consapevolezza. Si è grati per aver avuto un’altra possibilità, con se stessi e con chi ha messo la propria vita davanti a quella degli altri. L’uomo scoppia in un pianto dirompente. Abbraccia i carabinieri, non li lascia più andare. E’ in salvo ed è ora nelle mani di specialisti che si assicureranno che le sue condizioni migliorino.