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In largo anticipo diamo uno nostra previsione sul nuovo Papa lo facciamo seguendo un filone logico ed esaminando cosa accade nel mondo.
La partecipazione del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, alla Conferenza Bilderberg di Torino, svoltasi dal 7 al 10 giugno 2018 segna una svolta storica per il Vaticano. Non solo è la prima volta che un alto funzionario vaticano prende parte a questo incontro privato di élite globale, ma evidenzia anche una strategia molto più ampia del Vaticano nel cercare di contenere le dinamiche mondiali.
La scelta del Cardinale Parolin di unirsi a circa 131 partecipanti, tra cui leader politici, imprenditoriali e mediatici, suggerisce che il Vaticano sta mirando a un ruolo rinnovato nella pianificazione delle strategie di controllo globale. La conferenza si è concentrò su temi cruciali come il populismo in Europa e il futuro del lavoro, aree che si intersecano fortemente con le preoccupazioni del Vaticano riguardo alla spiritualità e valori umani fondamentali.
Il fatto che la sua partecipazione non fu annunciata ufficialmente dal Vaticano suscitò e suscita interrogativi sulla trasparenza e sull’agenda della Santa Sede. Fonti interne, comunque, confermarono l’evento, facendo emergere il desiderio del Vaticano di interagire con le élite mondiali, in un contesto in cui la spiritualità è sempre più messa alla prova dalle sfide moderne.
Le critiche mosse verso il Bilderberg, definito da alcuni un “governo ombra globale”, pongono una serie di domande sul suo potere e sulla sua influenza. Ma la presenza di Parolin potrebbe essere letta come un tentativo consapevole del Vaticano di inserirsi in queste conversazioni, seguendo la linea di dialogo promossa da Papa Francesco. L’incontro è concepito come uno spazio di discussione privata, dove non vengono redatti verbali e le identità degli oratori restano anonime. Ciò potrebbe sembrare una strategia prudente per il Vaticano, che, storicamente, ha sempre cercato di evitare conflitti aperti e ha preferito il dialogo diplomatico.
Inoltre, la connessione di Parolin con il Bilderberg, gestito perlopiù da cattolici, rende questo incontro praticamente inevitabile nella logica della diplomazia pontificia. La partecipazione del cardinale a eventi come il Forum economico mondiale di Davos lo ha preparato per questa nuova sfida, dove le questioni del lavoro e dell’equilibrio tra vita e professione si intrecciano con i principi etici e spirituali sostenuti dal Vaticano.
Mentre le élite globali si riuniscono per discutere le loro strategie, la presenza del Cardinale rappresenta non solo un’apertura verso il mondo, ma anche un’affermazione del Vaticano come attore chiave nei dibattiti mondiali. La vera domanda rimane: fino a che punto il Vaticano sarà disposto a compromettere le sue posizioni tradizionali per entrare in questa arena di potere? In un mondo dove il populismo e le disuguaglianze sociali sono in aumento, il Vaticano sembra voler avere voce in capitolo, cercando di riaffermare un’influenza sempre più rilevante nella spiritualità globale. Il bilderberg in passato vide tra i partecipanti Mario Monti eletto successivamente Premier, Matteo Renzi eletto subito dopo Premier ed Enrico Letta eletto anche lui premier. Sé queste possiamo definirle coincidenze allora azzardiamo l’ipotesi che Parolin possa essere il futuro Papa . Ribadiamo è solo una ipotesi…