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Di Francesco Paolo Tondo
La famiglia Berlusconi continuerà a sostenere Forza Italia, anche economicamente. Ma è il momento che i parlamentari facciano la propria parte finanziando il partito. Nei giorni della kermesse di Paestum, Paolo Berlusconi manda un altro messaggio molto chiaro ai deputati e senatori forzisti, dopo aver invitato Marta Fascina a “smettere di piangere” e tornare a fare il suo lavoro in Parlamento. “Mi aspetto e mi auguro che tutti i parlamentari di Forza Italia contribuiscano al sostentamento economico del loro partito – ha dichiarato Paolo in una nota – come già previsto e come ha sempre auspicato mio fratello Silvio”. Insomma, non sarà la famiglia Berlusconi a farsi carico dei circa 100 milioni di euro di debiti – secondo le ultime stime – che gravano sul partito.
“Al fine che non vengano travisate le mie parole, desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello – ci ha tenuto a specificare Paolo – noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia per quanto consentitoci dall’attuale legge sul finanziamento ai partiti”. A tal proposito sono numerosi i giornalisti e gli elettori che preconizzano il graduale smantellamento del partito lanciato e rilanciato da Silvio Berlusconi: infatti senza la sua figura cardinale Forza Italia vede perdere una caterva di proseliti e viene tacciato di eccessiva moderatezza. Infatti i membri attuali di Forza Italia non sposano le visioni estremiste richieste da una dovizia di elettori schierati agli antipodi delle visioni politiche, ma che corroborano quotidianamente di più, intenti antieuropeisti e relativi la cesura di tasse, inefficienze e blocchi navali, se schierati a destra; inasprimento imposte per le plutocrazie, ripristino del reddito di cittadinanza, regolamentazione delle concessioni balneari, ausilio per investimenti ecocompatibili in termini di mobilità e dimore, nonchè liquidità per dipanare la immigrazione indefessa verso l’Italia, se schierati a sinistra. Non sono tuttavia esigui i casi di piena convergenza tra radicali di destra e di sinistra sulle iniziative politiche da concretizzare per rivitalizzare l’Italia. Tutti questi imputano a Forza Italia una mancanza di rappresentatività delle istanze politiche veramente necessarie per il paese, trincerandosi verso una linea equidistante in guisa parossistica. Non manca chi è scontento, nell’alveo della destra italiana, sia di Forza Italia che di Meloni, a causa delle posizioni eccessivamente subordinate allo strapotere di Bruxelles e Washington, e tutto ciò galvanizza il fronte sovranista ed antisistemico che comunque deve fronteggiare divaricazioni endogene e numeri insufficienti a penetrare il parlamento.
Forza Italia, infine, è da alcuni considerata una piattaforma politica e governativa di garanzia per interessi oriundi in Italia, per cui il suo ruolo resterà a prescindere dalle peripezie economiche e dall’impegno finanziario della famiglia Berlusconi. Resta da vedere, in quest’ottica, il futuro dell’Europa dal punto di vista politico e monetario, per preconizzare un rafforzamento o la dipartita per Forza Italia. Infatti la guerra in Ucraina a detrimento della Nato e delle imprese europee che sobbarcano maggiori costi, si conforma un pericolo per la sopravvivenza europea; e tale conflitto è destinato a perdurare. Inoltre l’inasprimento dei tassi d’interesse Bce con l’obbligo di efficientare impianti, mezzi locomotori e magioni secondo i parametri di sostenibilità, stanno sferzando il potere d’acquisto e le imprese del Vecchio Continente tra l’indignazione comunitaria. Infine il rilascio di una valuta afghana, il ridimensionamento del connubio Dollaro-Euro negli scambi mondiali, spauriscono gli analisti. Infine il consolidamento dei Brics, delle monete russa e cinese per mercati interni ed interscambi tra nazioni, allarmano i mercati che paventano con tale andamento, ma senza ammetterlo, la fine dell’Euro verso il 2025. In questo caso probabilmente Forza Italia ed un’intera classe bancaria ed imprenditoriale sia italiana che europea, cesserà di esistere.
Foto di Markus Winkler Unsplash