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In questi giorni, Napoli sta vivendo momenti di grande apprensione a causa delle continue scosse sismiche che interessano l’area dei Campi Flegrei. La situazione è delicata e merita rispetto, ben oltre le comuni rivalità calcistiche che caratterizzano lo sport.
Il coro “Vesuvio Erutta”, purtroppo ancora presente in alcuni stadi italiani, assume oggi un significato ancora più doloroso per una popolazione che sta affrontando una reale minaccia sismica. Non si tratta più di semplice goliardia sportiva, ma di una mancanza di sensibilità verso una comunità intera che vive nell’incertezza.
L’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) continua a registrare quotidianamente diverse scosse nell’area, alimentando la preoccupazione tra i cittadini. Parliamo di una città viva, popolata da famiglie, anziani, bambini e persone fragili che vivono questa situazione con comprensibile angoscia.
Le autorità stanno lavorando a un piano di evacuazione che, seppur necessario, genera inevitabilmente ulteriore ansia nella popolazione. Il popolo napoletano, noto per la sua scaramanzia, sta affrontando questa sfida con la consueta resilienza, ma necessita del supporto e del rispetto di tutti.
In questo momento delicato, il calcio e lo sport dovrebbero essere veicoli di solidarietà e non di divisione. Sostituire quei cori offensivi con messaggi di supporto sarebbe un segnale di maturità e civiltà che il calcio italiano dovrebbe osare, dimostrando che la rivalità sportiva può e deve fermarsi di fronte alle reali difficoltà che una comunità sta affrontando.
