L’Unicas vuole avviare indagini interne: con quali garanzie?

Tempo di lettura: 2 minuti
Domenico Panetta
Seguimi

Nella giornata di ieri, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale (Unicas) tramite il Rettore ha annunciato l’apertura di un’indagine interna in merito alla correttezza delle selezioni del concorso TFA. Questa iniziativa, sebbene consentita probabilmente dallo Statuto, pone interrogativi che meritano un’attenta analisi.

Innanzitutto, è essenziale notare che gli unici soggetti attualmente preposti alle indagini  sono la Procura di Cassino e la Guardia di Finanza. Questi ultimi hanno sollevato una questione inquietante riguardo a un presunto sistema di corruzione, dove il denaro veniva scambiato per ottenere in anticipo le domande d’esame e, in alcuni casi, anche voti superiori senza tralasciare tutto quanto esposto dal Pm.

A questo punto, viene naturale chiedersi come possano gli esperti esterni nominati dall’Unicas verificare l’assenza di tali pratiche illecite, quando le autorità competenti hanno già avviato indagini approfondite, complete di intercettazioni telefoniche e ambientali. Chiaro tutto ciò non significa essere colpevoli preferiamo esseri chiari. 

Se dovessero emergere prove di irregolarità riscontrate dagli “esperti” scelti dall’Unicas (a nostro avviso sarà difficile non chiedeteci il perché…) cosa si fa si mandano direttamente in carcere tutti gli indagati, a quel punto le prove sarebbero schiaccianti. È arduo credere che tre esperti possano, in tempi brevi, smentire le lunghe indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Non sembra forse presuntuoso da parte dell’Unicas pensare di arrivare a conclusioni più rapide e certe rispetto alla Procura?

Inoltre, è plausibile considerare che questi esperti potrebbero essere utilizzati per rafforzare una strategia difensiva nel caso di un eventuale rinvio a giudizio? Questo ci porta a un ulteriore interrogativo: perché questa verifica interna è stata attivata solo ora? Il Rettore era o non era a conoscenza del fatto che in commissione fossero presenti coniugi legati al responsabile delle risorse umane? Se così fosse, come mai non è stato attivato un meccanismo di controllo precedente all’emergere delle attuali indagini? D’altra parte un’intera famiglia era parte integrante dell’intero concorso. 

Queste domande non sono solo rilevanti per i lettori, ma anche per la Procura che sta conducendo le indagini. Anche se la richiesta del Rettore è comprensibile, non si può ignorare il rischio di un effetto boomerang sull’immagine dell’Ateneo. Nel caso le verifiche interne non riscontrassero illeciti, è chiaro che Unicas, in caso di rinvio a giudizio, non intende costituirsi parte civile.

Le domande sono il sale della vita e noi ci impegniamo quotidianamente a porle ai nostri lettori. Ad maiora!