Legge Nordio funziona così bene che fugge latitante legato ai narcos

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Domenico Panetta
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Il giudice lo ha avvertito, notificandogli un avviso come prevede la nuova legge: “Vogliamo arrestarti, ma prima vieni a farti interrogare“. Le parole risuonavano nella sua mente, una sentenza che avrebbe potuto segnare il suo destino. Ma di fronte alla minaccia di un interrogatorio che poteva compromettere la sua libertà, lui ha scelto la fuga. Un passo audace ma disperato, un atto di determinazione che lo ha portato a lasciare l’Italia, rendendosi latitante. 

Costruzioni Laziali

L’ultimo indagato miracolato dalla riforma Nordio è un 37enne di origine tunisina, la cui vita era intrecciata con i meandri oscuri del traffico di droga. Considerato dalla Procura di Ascoli Piceno il gestore di un’importante rete di distribuzione di eroina, le sue operazioni si estendevano da Roma a Castel Volturno, passando per le Marche, dove il suo nome era sinonimo di paura e rispetto in un ambiente dominato dall’ illegalità. Noleggiava auto con astuzia, camuffando i suoi movimenti, trasportando grandi quantità di droga come se fossero pacchi banali da consegnare.

La caccia all’uomo è appena iniziata. Gli inquirenti non si arrenderanno facilmente, spinti dalla necessità di mandare un chiaro messaggio. La legge Nordio, seppur controversa, non deve diventare un rifugio per chi crede di poter sfuggire alle proprie responsabilità. E mentre il latitante continua a cercare un luogo sicuro dove nascondersi, la determinazione dei giudici e delle forze dell’ordine cresce, promettendo che la giustizia non avrà tregua finché non sarà fatta.

foto profilo social Nordio