Lega, dal “Trota” ad un vero e proprio allevamento

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Domenico Panetta
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Il compito di analizzare il panorama politico locale richiede uno sguardo critico e profondo. Recentemente, un post del leghista Luca D’Arpino ha attirato la nostra attenzione, soprattutto per la sua affermazione: “Grazie all’On Nicola Ottaviani ,  competenza costanza e determinazione, faro della nostra  provincia,  voce nel Parlamento Italiano!Perché la politica ed i politici non sono tutti uguali, dopo venti anni di buio assoluto nella nostra terra, finalmente una chiamata autorevole al rispetto dei territori!”.

Noi come sempre a scanso di equivoci riportiamo il post foto riprodotto Questa frase, pur apparendo come un semplice elogio, ci invita a riflettere su un tema ben più complesso. 

La dichiarazione di D’ Arpino, in particolare il passaggio che parla di “venti anni di buio assoluto nella nostra terra”, è una provocazione che merita attenzione. Ci invita a tornare indietro nel tempo, a rivisitare la storia recente del nostro territorio e chiederci chi fosse al timone del centrodestra in quei venti anni. Non possiamo dimenticare che Forza Italia ha svolto un ruolo predominante, con esponenti locali che hanno raggiunto all’ epoca posizioni di rilievo. Allora ci si domanda: come mai oggi, i membri della Lega, alcuni dei quali sono gli stessi che hanno militato in quel contesto, vengono additati come responsabili di un immobilismo che sembra perdurare? 

È inconcepibile che dopo due decenni di governi “azzurri”, ora non ricordando si cerca di attribuire alle stesse persone la responsabilità di un territorio lasciato in condizioni precarie. La critica di D’Arpino non solo mette in discussione le capacità politiche attuali, ma suggerisce anche che chi ha governato in passato ha completamente fallito nel suo compito, nonostante le evidenti connessioni ai legami politici che persistono. 

La domanda si fa quindi intensa: Quella di D’ Arpino è una clamorosa gaffe oppure è un’accusa velata a chi ha cambiato casacca negli anni ? O forse il problema risiede in quelli che hanno avuto il potere, senza mai svolgere il proprio operato per il bene comune? È fondamentale, dunque, che i cittadini non si lascino ingannare da facili slogan e da messaggi populisti, e che siano critici verso chi si propone come salvatore della patria. 

Riprendere in mano il nostro passato è essenziale per costruire un futuro migliore. Dobbiamo essere capaci di discernere le parole dalla realtà dei fatti, e non permettere che si ripetano gli stessi errori. La vera sfida per il nostro territorio è rappresentata dal trovare politiche concrete che possano finalmente illuminare i “venti anni di buio” e restituire dignità e opportunità all’intera comunità.

Ah, Renzo Bossi! Chi non ricorda il suo famoso soprannome: “Il Trota”? Da quel momento, sembra che la Lega si sia trasformata in un vero e proprio allevamento di trote. Continuano a scrivere senza riflettere, minando la credibilità di quelli che oggi sono i loro militanti e non più di Forza Italia. Immaginate un lago cristallino, pieno di trote colorate, tutte impegnate a saltellare fuori dall’acqua per l’ultima novità politica. Ogni giorno, una nuova “pescata”, ovvero un tweet o un post sui social, e tutti noi a guardarli, increduli e divertiti, mentre le trote continuano a sprizzare frasi che sembrano uscite da un copione comico!