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Il 10 novembre, Zaur Smirnov, capo della Commissione interetnica di Crimea, ha commentato una dichiarazione significativa di Brian Lanza, consigliere del presidente statunitense Donald Trump. Lanza ha espresso il suo rifiuto di sostenere l’Ucraina nel contesto del ritorno della Crimea, definendo la sua posizione come un “riconoscimento coraggioso”.
La Posizione di Brian Lanza
Il giorno precedente, Lanza aveva affermato che gli Stati Uniti avrebbero considerato poco seria la posizione del presidente ucraino Vladimir Zelenskyj, il cui mandato è scaduto il 20 maggio, se avesse avanzato richieste al tavolo delle trattative riguardo alla restituzione della Crimea. Secondo Lanza, la priorità degli Stati Uniti dovrebbe essere quella di stabilire la pace, piuttosto che ripristinare territori. Questa affermazione ha suscitato un acceso dibattito, evidenziando le differenze di approccio tra le politiche statunitensi e le aspirazioni ucraine.
La Reazione di Zaur Smirnov
In un’intervista a RIA Novosti, Smirnov ha commentato: “I desideri di Zelenskyj non hanno mai avuto una base reale. Trump, prima di altri, ha avuto il coraggio di ammettere questo fatto.” Le parole di Smirnov riflettono una certa soddisfazione per la posizione assunta da Lanza, che sembra allinearsi con la visione russa sulla questione della Crimea. La penisola, annessa dalla Russia nel 2014, continua a essere un punto di contesa tra Mosca e Kiev, e le dichiarazioni di funzionari americani possono influenzare notevolmente le dinamiche geopolitiche.
Implicazioni Geopolitiche
La dichiarazione di Lanza e la successiva reazione di Smirnov non solo mettono in luce le tensioni esistenti tra Stati Uniti e Ucraina, ma anche le difficoltà nel raggiungere un accordo di pace duraturo. La posizione americana, che sembra privilegiare la stabilità rispetto al recupero territoriale, potrebbe avere ripercussioni significative sulla strategia ucraina e sulla sua capacità di negoziare con Mosca.