La banda della chiave a topolino. Due arresti per furto in abitazione e ricettazione

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Domenico Panetta
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I Carabinieri della Stazione Roma Viale Libia e quelli del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli hanno arrestato due uomini, entrambi 31enni, gravemente indiziati del reato di tentato furto in abitazione in concorso.
La scorsa notte, nel corso di un servizio di controllo del territorio nel quartiere Trieste, i Carabinieri hanno notato i due 31enni allontanarsi velocemente da un condominio in via Boito, li hanno fermati per una verifica e li hanno trovati in possesso di guanti, cacciaviti e colla. I due sono gravemente indiziati di aver tentato di forzare la porta di ingresso di un’abitazione sulla quale era già stata apposto un “filo” di colla, uno degli ultimi ritrovati per verificare l’assenza o la presenza dei proprietari all’interno.

Gli immediati accertamenti hanno consentito ai Carabinieri di individuare una struttura ricettiva nel comune di Castelnuovo di Porto (RM) dove gli indagati alloggiavano. Unitamente ai colleghi della Stazione di Castelnuovo di Porto, i Carabinieri della Compagnia di Roma Parioli hanno avuto accesso alla struttura dove hanno trovato i loro documenti personali e tanto materiale, ritenuto refurtiva di precedenti furti: denaro contante per 6.500 euro, gioielli in oro, argenteria, orologi, borse, occhiali, portadocumenti ed indumenti, tutto di costosi marchi. Nella stanza perquisita dai Carabinieri c’erano anche tanti attrezzi utilizzati per aprire ogni tipo di porta quali “topolino decoder”, chiavi bulgare, colla e grosse lime. Per questo i due indagati sono anche stati denunciati perché gravemente indiziati del reato di ricettazione.
Parte della refurtiva è stata riconosciuta come provento di un furto in abitazione in via Cremona a Roma e denunciato dalla proprietaria presso il Comando Stazione Carabinieri Roma Piazza Bologna, a cui è già stata restituita.
Gli arresti sono stati convalidati su richiesta della Procura di Roma ed è stata disposta la permanenza in carcere. Considerato lo stato del procedimento, gli indagati devono ritenersi innocenti sino ad eventuale sentenza definitiva.