Emergenza o Urgenza? La Tragedia di Charles deceduto a Cassino

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Domenico Panetta
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L’editoriale del direttore 

È un dramma che scuote la nostra città, Cassino: sette indagati per omicidio colposo a causa della morte di Charles, un giovane di soli 24 anni. Per comprendere cosa sia effettivamente accaduto quella notte fatale, è fondamentale analizzare la distinzione tra emergenza e urgenza, due termini essenziali nel contesto sanitario, ma che spesso si intrecciano in modi tragici.

L’urgenza implica una situazione che richiede una decisione rapida e un intervento immediato, senza però un pericolo di vita immediato riconoscibile. Al contrario, l’emergenza prevede un pericolo di vita attuale, richiedendo un’azione tempestiva e decisiva da parte dei medici. Come fu registrata la presenza di Charles al pronto soccorso quella sera?

Il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, obbliga i medici a garantire assistenza adeguata. Eppure, ci si chiede come mai non sia stata immediatamente ordinata una TAC al ragazzo. È stata negligenza? Superficialità? Quanto tempo è passato prima che il referto venisse letto? Da chi e come è stata esaminata la situazione di Charles?

La responsabilità di giudicare l’urgenza ricade inizialmente sull’infermiere del triage e successivamente sul medico di accettazione. Chi, tra i due, ha ritenuto opportuno non classificare il caso di Charles come urgente? È inconcepibile che il medico di pronto soccorso, responsabile della correttezza delle diagnosi e delle terapie prescrittive, abbia deciso di dimettere un paziente le cui condizioni meriterebbero un approfondimento. Cosa ha indotto i medici a credere che il ragazzo stesso bene?

Questi interrogativi non possono rimanere senza risposta. Quella notte, qualcosa è andato terribilmente storto, e un giovane ha perso la vita a causa di negligenza e superficiale gestione dell’emergenza. Se esiste davvero un diritto alla salute, questo deve essere tutelato; non basta dotare gli ospedali di moderni macchinari e ampi parcheggi se il personale sanitario non è all’altezza della responsabilità che gli competono.

È tempo che la sanità torni a essere un luogo dove la vita viene prima di tutto, dove ogni singolo paziente è trattato con l’urgenza e l’umanità che merita. Charles non doveva morire, e noi tutti dobbiamo fare in modo che simili tragedie non si ripetano mai più lui così avrebbe voluto.

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