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Nel 2024, in Italia, abbiamo registrato 1.090 vittime sul lavoro, di cui 805 infortunati direttamente sul posto di lavoro e 285 in itinere. Un aumento di sei morti erispetto al 2023, pari a un incremento del 4,7%. Questo vuol dire che ogni giorno, in media, tre lavoratori non tornano a casa, vittime di un sistema che, troppo spesso, antepone la corsa alla produzione alla loro incolumità.
Nel Lazio nel 2014 ci sono stati 107 morti sul lavoro, 18 in più rispetto al 2023. Nella sola provincia di Frosinone più di 10.
Gli incidenti sul lavoro accadono in particolare in settori merceologici dove c’è un’alta movimentazione delle merci, e nel settore settore edile, dove la caduta dall’alto continua a essere la causa principale di morte. È una realtà che ci riporta indietro di decenni in termini di sicurezza. Ci riporta indietro di 50 anni.
Purtroppo, le misure adottate dal governo Meloni sono insufficienti e parziali, a cominciare dalla cosiddetta “patente a punti”, che prevede un massimo di 30 punti. È una norma mal concepita e, ancor peggio, mal applicata.
Prendiamo, ad esempio, le aziende con una cosiderevole esperienza(anzianità) dovrebbero partire con il punteggio massimo dei 30 punti,solo perché sono da tanto nel mondo del lavoro.
Questo purtroppo avviene anche se l’azienda ha avuto denunce di infortuni negli ultimi anni.
Ma la cosa più grave è che l’azienda può ricevere il punteggio massimo, 30 punti, anche se ha avuto nel suo interno denunce di incidenti mortali.
Invece , la mancanza di formazione adeguata o la protezione insufficiente per le cadute dall’alto nell’edilizia comporta una riduzione di soli 2 punti per le aziende non in regola.
È come se si concedesse una patente a un neopatentato senza aver fatto un esame di guida, e poi si togliesse qualche punto in base al numero di pedoni investiti.
Non possiamo accettare che la sicurezza venga monetizzata, come accade oggi. Se un’azienda ha meno di 15 punti per poter continuare a lavorare , basta pagare dei corsi di formazione per recuperare i punti e continuare a operare senza risolvere i problemi alla radice.
Così facendo, la sicurezza diventa una mera transazione economica, non una priorità. Ad affermarlo è Fausto Salera Cigl Cassino
Inoltre, un altro aspetto che rischia di compromettere la sicurezza – continua Salera- è la possibilità, da parte delle aziende, di decidere autonomamente quando richiedere un controllo ispettivo. Siamo arrivati a un paradosso: controllori e controllati sono la stessa cosa. Un sistema che non funziona e che non tutela i lavoratori.
Bisogna istituire un Pool Nazionale che si occupi solo delle morti sul lavoro,come si fece contro la mafia, che lavori in tempi celeri e dia sentenze immediate quando si è constatata la responsabilità dell’impresa.
Bisogna istituire per legge il “REATO DI OMICIDIO SUL LAVORO.
In un contesto come questo, un altro grande problema è la normativa sugli appalti. L’introduzione degli appalti a cascata – cioè appalto, subappalto, sub del subappalto – ha creato una situazione in cui l’operatore che lavora con l’ultima ditta della catena è quasi invisibile, privo di tutele e, troppo spesso, di sicurezza inadeguata .
La proposta avanzata dalla CGIL, che ci vedrà chiamati a votare nella prossima primavera, sulla responsabilità della sicurezza negli appalti è fondamentale. La responsabilità non può essere solo dell’azienda che ha subappaltato il lavoro, ma deve restare in capo all’impresa appaltante, quella che ha il controllo diretto sull’intero processo.
Per questo, è necessario abolire le normative che favoriscono il ricorso a appaltatori privi di solidità finanziaria e spesso non in regola con le normative antinfortunistiche. Estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza per i lavoratori e ridurre drasticamente gli incidenti sul lavoro.
Abbiamo bisogno di un cambio di passo. Qualificare le aziende, potenziare i controlli ispettivi per far emergere le irregolarità e costringere le aziende a mettersi a norma, è la strada giusta per garantire una maggiore sicurezza sul lavoro. Purtroppo, fino ad oggi, questo governo ha fatto il contrario, riducendo le risorse destinate alla sicurezza e introducendo misure inadeguate per il recupero dei punti.
Il nostro compito, come amministratori locali e come rappresentanti dei cittadini, è quello di essere al fianco dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese che operano nel rispetto delle leggi. Non possiamo rimanere indifferenti a un sistema che mette in pericolo ogni giorno la vita di troppi lavoratori, con l ‘amministrazione Salera dal 2021 stiamo portando avanti questa battaglia così conclude Fausto Salera.