Cassino, Centrodestra il silenzio non è più d’oro.

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Domenico Panetta
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In un panorama politico  sempre più caotico e frammentato, il centrodestra sembra aver optato per una strategia insolita: il silenzio. Un silenzio che, paradossalmente, risuona più forte di mille dichiarazioni. Ma fino a quando potrà durare questa tattica? E soprattutto, quali sono le reali motivazioni dietro questo apparente mutismo?
Il Capogruppo della coalizione del centrodestra dovrebbe essere Arturo Buongiovanni, figura chiave in questo scenario, sembra aver smarrito la voce, lasciando un vuoto comunicativo che alimenta speculazioni e interrogativi. Ricordate il filo di Arturo? Bene l’ha smarrito.  Buongiovanni, nome che riecheggia nei corridoi politici, sembra essere diventato il fantasma di una leadership che fatica a trovare una direzione chiara e convincente (chissà se ha capito cosa è successo nella scorsa tornata elettorale).

Questo silenzio assordante potrebbe essere interpretato come una mossa astuta, un tentativo di lasciar sbollire le polemiche e attendere il momento propizio per riemergere con forza. Lo so il termine “astuto” non corrisponde alle loro idee,  Ma c’è da chiedersi: non è forse questo atteggiamento un sintomo di una crisi più profonda? Il centrodestra italiano, un tempo noto per la sua retorica incisiva e le sue posizioni nette, sembra ora navigare in acque torbide, incapace di trovare una bussola ideologica in un mondo in rapido cambiamento.


Il Capogruppo Buongiovanni, con il suo silenzio, incarna perfettamente questa fase di stallo. La sua figura, che dovrebbe essere il faro guida di una coalizione, si staglia come un’ombra sfuggente, incapace di offrire risposte concrete alle sfide del presente. È questo il nuovo volto del centrodestra a Cassino? Un’entità politica che preferisce nascondersi piuttosto che affrontare il dibattito politico?

Il silenzio della coalizione di centrodestra rischia di trasformarsi da tattica a condanna, lasciando campo libero agli avversari che di idee e progetti ne hanno da vendere.

L’attesa di una qualche “massima” da parte dei leader del centrodestra si fa sempre più spasmodica. Ci si chiede se, quando finalmente romperanno il silenzio, avranno qualcosa di sostanziale da dire o se si limiteranno a offrire slogan vuoti e promesse generiche. Il rischio è che, dopo tanto silenzio, le parole che verranno pronunciate suonino come un’eco lontana, incapace di risuonare nel cuore dei cittadini di Cassino.

In un’epoca in cui la comunicazione è tutto, il silenzio della coalizione di centrodestra si configura come un’arma a doppio taglio. Se da un lato può offrire un momentaneo riparo dalle critiche, dall’altro rischia di alienare definitivamente un elettorato già scettico e disilluso.


La figura del Capogruppo Buongiovanni emerge come emblematica di questa fase critica: sarà in grado di guidare la coalizione fuori da questo impasse comunicativo o si limiterà a essere il custode di un silenzio sempre più imbarazzante?