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Così come da tradizione, si è svolta questa mattina, in piazza De Gasperi, la cerimonia in ricordo delle vittime del primo bombardamento di Cassino da parte delle forze anglo-americane. Preceduto dal lugubre suono della sirena, simile a quello che anticipava l’arrivo dei bombardieri, il sindaco Enzo Salera, ha deposto un fascio di fiori presso il monumento ai Caduti dove è rimasto in raccoglimento.
Presenti alla cerimonia la presidente del consiglio comunale, Barbara Di Rollo, assessori, consiglieri (tra cui tre dell’opposizione: Sebastianelli, Evangelista, Incagnoli), autorità militari (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza), associazioni combattentistiche e d’Arma, vittime civili di guerra con in testa il presidente Alfredo Lanciano. Presenti altresì il difensore civico, Marino Fardelli, il presidente dell’associazione “Cassino, città per la Pace”, Nino Rossi, diversi studenti stranieri qui venuti in occasione della conferenza internazionale dei difensori civici, e cittadini.
Sono passati 81 anni da quel lontano 10 settembre del 1943 quando alle ore 10.50 su Cassino vennero sganciate le prime inattese bombe. Fu il triste inizio del drammatico destino riservato alla città e alla sua abbazia. In quell’occasione perse la vita più di un centinaio di innocenti cittadini, alcuni in tenera età, il cui numero tuttora non è accertato in maniera precisa. “I nomi di quelli individuati sono impressi sulla parete adiacente a questo monumento ai Caduti, dove ogni anno, in questo giorno ci ritroviamo a onorarne la memoria”, ha detto il sindaco.
Per la presenza degli studenti stranieri, il discorso di Salera veniva man mano tradotto in inglese da una giovane e brava interprete. Ai giovani che seguivano con attenzione, il primo cittadino ha raccontato quanto qui avvenuto quella triste mattina di 81 anni fa. “ Il 10 settembre del 1943, inizia quello che è stato definito il calvario di Cassino – ha ricordato – Qui fu combattuta una delle più sanguinose battaglie della seconda guerra mondiale”. Ha quindi ripercorso in maniera chiara e succinta le tappe e i momenti delle celebrazioni dell’80°. Ricordando in particolare la venuta del presidente Mattarella (il 15 marzo) e del presidente della Repubblica di Polonia a Montecassino (il 18 maggio). Ha posto l’accento sul grave errore strategico fatto dagli alleati con la distruzione dell’Abbazia nel 15 febbraio del 1944, la stessa sorte riservata alla città di Cassino esattamente un mese dopo. “La memoria di quelle morti, bambini, donne, uomini, ma anche di quelle miglia di soldati venuti qui da ogni parte del mondo, la onoriamo sempre – ha sottolineato il sindaco – Come riconoscenza perché grazie al loro sacrificio abbiamo vissuto 80 anni di pace, nella democrazia e nella libertà, certamente; ma anche come monito a che non abbiano mai più a ripetersi siffatte tragedie”. Un richiamo Salera lo ha rivolto alle guerre in atto in Ucraina e in Palestina, appellandosi alla ragione e alla buona volontà per il raggiungimento della pace.
La cerimonia si è conclusa con la piantumazione di un leccio, donato dal parco dei Monti Aurunci, nell’area del monumento come simbolo di fiducia al raggiungimento della pace in quelle parti martoriate del pianeta.