5 anni di consiliatura: il bilancio di Barbara Di Rollo

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Domenico Panetta
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Con questa nota il mio intendimento non è di fare un bilancio (peraltro più o meno arido come solitamente sono i bilanci) del mio operato di presidente del consiglio comunale di Cassino in questi cinque anni. E’ compito che tocca ad altri, ove si ritenesse utile e di interesse pubblico. Ma qualche riflessione credo sia comunque opportuna, anche per ricavare qualche suggerimento di utilità collettiva in prospettiva futura riguardo ad un ruolo politico particolarmente delicato, al di là di quanto potrebbe apparire a prima, pur se non superficiale, vista.
Richiamo anzitutto un aspetto, a mio avviso alquanto significativo, che va al di là – molto al di là – della gratificazione mia personale.

Il fatto di essere stata la prima donna a presiedere il Consiglio Comunale, a distanza di un quarto di secolo dalla istituzione di tale figura, è il risultato di una lenta ma progressiva crescita del processo democratico riguardo al ruolo della donna nell’agone politico anche in questa nostra città. Cosa di cui andare orgogliosi tutti. Ancor più di fronte ad incrostazioni di atteggiamenti maschilisti duri a morire e sempre in agguato. Ma rispetto ai quali, accanto alla comprensione e alla pazienza, bisogna farsi accompagnare dal convincimento che, se aiutato, anche il più riottoso ai cambiamenti in meglio richiesti dall’intelligenza e dal tempo, alla lunga matura un più consapevole e responsabile comportamento. Del resto, un vecchio adagio popolare sempre in voga, ci ricorda che “… con il tempo e con la paglia maturano pure le nespole”.  Naturalmente c’è sempre qualche eccezione, come – inutile nasconderlo – c’è stata, purtroppo, nell’assise cittadina. Non ci si è limitati a farsene una ragione ma soprattutto si è inteso dimostrare a questa “nespola” (e a qualche altra di tanto in tanto al seguito) che le donne non sono da meno degli uomini: sanno farsi rispettare e sanno assicurare il corretto andamento dei lavori consiliari, nel rigoroso rispetto dovuto all’istituzione, di cui si fa parte, e a sé stesse.

A proposito di rispetto, credo di aver assolto il mio ruolo di presidente nel rigoroso rispetto delle prerogative di ciascun consigliere, sia di maggioranza che di minoranza, nella consapevolezza che il Consiglio comunale è rappresentativo non di una parte, quella vincitrice, ma di tutti i cittadini. Non ho mai dimenticato di aver avuto l’onore di presiedere i lavori in un’aula che ha visto la presenza di uomini che hanno fatto la storia di questa nostra città, come Gaetano Di Biasio e Pier Carlo Restagno, solo per citare i primi due sindaci del dopoguerra, quelli che diedero l’avvio alla ricostruzione, al “miracolo della ricostruzione”, come è stata definita la rinascita di Cassino. Né ho dimenticato mai, anzi talvolta sono stata costretta a ricordarlo ad alcuni. E cioè che il Consiglio comunale è il luogo della democrazia, del confronto, della ricerca delle soluzioni ai problemi nell’esclusivo interesse dei cittadini. Non il luogo dello scontro fine a se stesso, dove giocare a perdere tempo o a ritardare, se non proprio ad impedire, che si decidano cose buone a vantaggio di tutti.
Si è lavorato tanto e bene in questi cinque anni nel corso dei quali, nonostante il lungo periodo della pandemia, si sono tenute 71 sedute consiliari. Sono grata alla mia salute che mi ha consentito di presiederle quasi a tutte: una sola, infatti, l’assenza fatta per colpa del Covid che non ha risparmiato neppure me.
Mi preme ricordare che i momenti importanti nei quali si trattava del Bilancio, come del Triennale delle opere pubbliche, o della Rigenerazione urbana e di altro ancora, le approvazioni sono state sempre fatte con voto compatto della maggioranza. In diversi casi anche di qualcuno dell’opposizione. Il che ha garantito di procedere in maniera fattiva alla soluzione di molti problemi e alla realizzazione di tante opere che hanno migliorato notevolmente il volto e la vivibilità della nostra Cassino.

Naturalmente il Consiglio comunale, nel solco di una tradizione di cui andare fieri, non si è rinchiuso nel solo ambito amministrativo, ma ha saputo essere all’altezza del ruolo nazionale e sovranazionale della città e ha sempre saputo tenuto viva l’attenzione su problematiche riguardanti la pace, il mondo del lavoro, le questioni ambientali e sociali.
Pur con la dovuta razionalizzazione e rispettando il contenimento della spesa, si è proceduto alla necessaria rimessa a nuovo delle malridotte poltroncine, ad ammodernare l’aula e ancor più all’installazione di microfoni ed apparecchiature per la digitalizzazione dei lavori consiliari che sono stati sempre messi in rete su streaming, offrendo un servizio prezioso, apprezzato dai cittadini.
E’ stata una esperienza importante dalla quale si esce tutti arricchiti, più consapevoli della rilevanza del ruolo ricoperto. Tenendo presente ciò che si è fatto, come si è lavorato, sapendo correggere qualcosa grazie alla esperienza acquisita, possiamo guardare avanti con accresciuta fiducia nelle nostre capacità e con la consapevolezza della responsabilità di continuare il cammino intrapreso e completare le tante cose in itinere, rispetto alle quali occorrono tanta competenza, capacità di fare, concretezza.