Ustica quelle morti sospette

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Domenico Panetta
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La strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980, ha segnato non solo la vita delle 81 vittime a bordo del DC-9 Itavia, ma ha gettato un’ombra inquietante su molti membri dell’Aeronautica Militare Italiana. Tra ufficiali e sottufficiali, una serie di morti misteriose ha sollevato interrogativi inquietanti, alimentando teorie e sospetti che ancora oggi permangono.

Il giudice Rosario Priore, incaricato dell’inchiesta sulla tragedia, ha identificato 12 decessi di personale militare che destano preoccupazione. Nonostante le sue affermazioni iniziali in cui minimizza i sospetti, sottolinea l’esigenza di approfondire i casi rimanenti, evidenziando che chi è morto “era a conoscenza di qualcosa che non è stato mai ufficialmente rivelato”. Queste parole risuonano come un eco di verità dolorosa, un invito a cercare la luce in un labirinto di ombre.

Già nel 1987, il maresciallo Mario Alberto Dettori viene trovato impiccato, e la polizia scientifica etichetta il suo suicidio come “innaturale”. Nei giorni precedenti la sua morte, Dettori sembrava schiacciato dal peso dei segreti che portava, rivelando ai familiari la sua angoscia: “Siamo stati a un passo dalla guerra.” Le sue paure, acute e palpabili, lo hanno spinto a frugare nella sua casa alla ricerca di microspie, convinto che qualcuno stesso seguisse ogni sua mossa. Le sue ultime parole a un collega, il capitano Mario Ciancarella, raccontano di una responsabilità schiacciante: “Siamo stati noi a tirarlo giù… Ho paura… Qui ci fanno la pelle.”

Nemmeno la morte di Franco Parisi, maresciallo come Dettori e testimone chiave, riesce a dissolvere il mistero. Trovato impiccato nel 1995, pochi giorni dopo essere stato convocato in tribunale, Parisi aveva anche lui accesso a verità sconvolgenti. Priore annota che molti dei testimoni, venuti a conoscenza di fatti diversi dalle versioni ufficiali, “ne restano soffocati”, suggerendo che la pressione psicologica li abbia portati a una fine tragica.

Le morti continuano ad accumularsi. Il colonnello Pierangelo Tedoldi muore in un incidente stradale nel 1980, mentre il capitano Maurizio Gari accusa un infarto nel 1981. Una catena di eventi fatali non si arresta, coinvolgendo altri membri chiave, come i colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli, che periscono nell’incidente aereo di Ramstein nel 1988, e il tenente colonnello Sandro Marcucci, morto in un incidente aereo nel 1992.

Anche il maresciallo Antonio Muzio, in servizio alla torre di controllo di Lamezia Terme, viene ucciso nel 1991, e il sindaco di Grosseto, Giovanni Battista Finetti, muore in un incidente stradale nel 1983, dopo aver mostrato interesse per le oscure vicende di Ustica. La lista si allunga, e ad ogni nome vi è un peso, una storia di segreti e incomprensioni che sembrano trascendere il tempo.

Nemmeno la morte di Franco Parisi, maresciallo come Dettori e testimone chiave, riesce a dissolvere il mistero. Trovato impiccato nel 1995, pochi giorni dopo essere stato convocato in tribunale, Parisi aveva anche lui accesso a verità sconvolgenti. Priore annota che molti deitestimoni, venuti a conoscenza di fatti diversi dalle versioni ufficiali, “ne restano soffocati”, suggerendo che la pressione psicologica li abbiaportati a una fine tragica.

Le morti continuano ad accumularsi. Il colonnello Pierangelo Tedoldi muore in un incidente stradale nel 1980, mentre il capitano Maurizio Gari accusa un infarto nel 1981. Una catena di eventi fatali non si arresta,coinvolgendo altri membri chiave, come i colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli, che periscono nell’incidente aereo di Ramstein nel 1988, e il tenente colonnello Sandro Marcucci, morto in un incidente aereo nel 1992. Ustica continua a portare con sue un velo di mistero privo di verità.

 

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