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l’editoriale del direttore
Nato a Roma nel 1973 e laureato in Sociologia all’Università La Sapienza, Bordoni ha percorso una carriera politica caratterizzata da importanti ruoli nell’amministrazione del Comune di Roma. Questa combinazione di responsabilità lo vede anche collaborare con il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini dal novembre 2022. E non il ultimo ha partecipato all’ultimo congresso di Firenze come potete notare dalla foto di copertina.Tuttavia, la sua successiva candidatura al Parlamento Europeo non ha avuto esito positivo, chiudendo le porte di Bruxelles per lui.
In un contesto come quello italiano, dove il conflitto di interesse dovrebbe essere praticamente assente, ci si trova di fronte a una situazione che appare contraddittoria. Bordoni, infatti, ricopre attualmente l’incarico di amministratore unico di RAM, una società in house del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dove proprio Salvini è Ministro. È lecito domandarsi come possa un uomo che è consigliere di Salvini nel 2023 mantenere un ruolo in un ente pubblico legato allo stesso Ministero. Questa domanda si pone in tutta la sua urgenza e complessità: è un conflitto di interessi? O, per usare un linguaggio più colloquiale, è tutto ciò normale?
Dal mio punto di vista, la risposta non può essere negativa. E questa riflessione invita i lettori a interrogarsi su quanto accade intorno a noi. A rendere ancora più inquietante la situazione, a settembre 2024, il DM n. 208 del 6 agosto 2024 stanzierà 25 milioni di euro per incentivare l’acquisto di mezzi ecologici e tecnologicamente avanzati per il settore dell’autotrasporto. Qui si presenta un’altra domanda importantissima : quali società beneficeranno della vendita di questi macchinari? Saranno compagnie meritocratiche, o ci sarà spazio per favoritismi e pratiche poco trasparenti?
Mentre molti potrebbero considerare queste coincidenze come semplici eventi senza significato, i più attenti si troveranno a riflettere su come sia possibile che tali dinamiche sfuggano al controllo pubblico. Ciò che desidero sottolineare è la necessità di una discussione aperta e onesta su questi temi l’elettore non può tralasciare questi avvenimenti. Non possiamo ignorare le potenziali implicazioni di tali conflitti di interesse; anzi, dobbiamo affrontarle con determinazione.
Preciso che il nostro scopo non è puntare il dito ma stimolare un dibattito costruttivo. Ed è importante chiedersi: fino a che punto possiamo permettere che la distinzione tra affari pubblici e privati si faccia sempre più labile? Riflessioni come queste sono fondamentali per la crescita di una società consapevole e responsabile ma soprattutto per il vostro futuro e quello dei vostri figli.