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Gli argomenti all’o.d.g. della Consulta dei Sindaci, riunita ieri pomeriggio in sala “Restagno”, su convocazione del presidente, il sindaco di Cassino, Enzo Salera, erano solo due, ma di grande rilevanza per la situazione e per il futuro economico del Cassinate. Il primo, “Documento di osservazioni e suggerimenti alle norme tecniche di attuazione del Cosilam”, è quello che ha richiesto più tempo per la discussione, prima che si passasse alla votazione; il secondo, “Crisi Stellantis e Indotto”, certamente di più grossa rilevanza, ma rispetto al quale poco si può fare da qui; molto, invece, dai “piani alti” della politica industriale e governativa.
Senza girarci molto intorno, negli interventi di alcuni primi cittadini è risuonato sinistro l’allarme addirittura della chiusura dello stabilimento. Un pericolo che incombe e che toglie la tranquillità a migliaia di lavoratori e delle famiglie di lavoratori del colosso francese, dell’intero indotto e di un vasto territorio. L’allerta non può che essere massima, così come l’impegno a sostegno di una battaglia difficile, ma da combattere senza tralasciare nulla al caso. Come – per stare ad una proposta del sindaco di Castrocielo, Fantaccione, quella di una lettera aperta al presidente del Consiglio perché venga seguita con maggiore attenzione tutta la questione di Stellantis e della sua politica industriale.
Presenti 18 sindaci su 32 primi cittadini che la compongono, la Consulta, ha approvato con voto unanime un importante documento della Federlazio, l’associazione delle piccole e medie imprese della nostra regione. Si tratta delle osservazioni e dei suggerimenti alle norme tecniche di attuazione del Cosilam. In particolare agli articoli 16, 17 e 18, che disciplinano le modalità di cessione obbligatoria del 10% delle aree assegnate (industriali, artigianali, artigianali-commerciali) per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Sentita l’illustrazione del sindaco Ferdinandi, è stato concordemente rilevato che, pur se utili per la pianificazione e l’urbanizzazione, le attuali norme determinano diverse criticità alle imprese che desiderano investire e generare valore nel territorio. Il tutto aggravato dal fatto che norme simili non sono previste dai Consorzi industriali confinanti.
Da qui, le seguenti richieste da parte dei sindaci: 1) una chiara distinzione tra i siti già serviti dalle opere di pubblica utilità da quelli non serviti, esentando i primi dalla cessione obbligatoria; 2) preliminare definizione delle opere di urbanizzazione, con scadenze certe riguardo alla realizzazione per evitare il rischio del non utilizzo; 3) garanzia della restituzione dell’area ceduta o una compensazione economica per l’assegnatario nel caso l’area rimanga inutilizzata.
L’attuazione di queste modifiche contribuirebbe a rafforzare la fiducia degli investitori in un territorio che confina con le aree ZES (Zone Economiche Speciali) in concomitanza delle attuali criticità del settore automotive e del declino dell’intero indotto all’interno del Consorzio e del contesto economico locale. “Questo – è stato sostenuto – favorirebbe nuovi investimenti industriali e stimolerebbe la crescita economica”. Della quale si avverte forte il bisogno.
In apertura di seduta il presidente Salera aveva formalmente informato l’assemblea su quanto emerso nell’incontro dei giorni scorsi a Roma tra lui, i colleghi Ferdinandi, Capraro ed una folta delegazione di Pontecorvo con l’assessore al Bilancio ed Agricoltura, Giancarlo Righini. L’esponente della giunta regionale, riguardo alle bollette del Consorzio di Bonifica, lievitate in maniera esorbitante, senza garantire nulla di certo, avrebbe tuttavia assicurato il tentativo di trovare tra le pieghe del bilancio le risorse per un contributo straordinario, in modo da alleggerire il peso degli oneri a carico dei consorziati.
Venendo infine alle “Varie ed Eventuali”, Salera ha parlato ai colleghi della richiesta all’Ater di pagamento dell’Imu dovuta ai Comuni, privati di entrate, importanti in alcune realtà, nella gestione del bilancio comunale.