Centrodestra cosa pensi del sistema Cassino ti piace la Luna Viola?

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Domenico Panetta
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L’editoriale del direttore

L’editoriale che stiamo per analizzare ci conduce nel cuore di una questione spinosissima, quella che coinvolge Cassino e la triste vicenda conosciuta come “Luna viola”. Ci troviamo di fronte a un panorama inquietante, dove il silenzio sembra dominare e le ombre dell’omertà si allungano su una storia che meriterebbe invece di essere trasparente e chiara.

È evidente che gli accusati, in questo caso, lottano per dimostrare la propria innocenza, ma la domanda che emerge con prepotenza è: l’operato degli inquirenti è stato svolto con la dovuta scrupolosità? Perché sembra che ci sia una volontà di far emergere una verità che non coincide affatto con i fatti documentati sembra si voglia sminuire il lavoro della forze dell’ordine e magistratura. Il Pubblico Ministero ha presentato ben 177 pagine corredate di prove inconfutabili: fotografie, intercettazioni ambientali e telefoniche. È davvero accettabile ridurre una questione così complessa a un altro “sono innocente”?

Eppure, quel velo di omertà che aleggia intorno alla vicenda è sconcertante. Non si può fare a meno di pensare al coraggio necessario per affrontare situazioni del genere, un coraggio che sembra mancare nel contesto politico attuale. Si farebbe bene a riflettere sull’atteggiamento dei partiti di centrodestra che, pur avendo l’occasione di prendere posizione e condannare quanto accaduto, scelgono il silenzio. Questo non è forse un segno di complicità? Siete abituati al “sistema Cassino”? Non è un interrogativo da poco.

Invitiamo i protagonisti di questa situazione a rispondere a queste domande con dignità e coraggio. Il silenzio, in questo caso, non è d’oro, ma un segno di debolezza. La gente è stanca di sentirsi trascurata e dimenticata; il loro silenzio potrebbe tradursi in consensi negati alle prossime elezioni, un chiaro messaggio che la cittadinanza saprà inviare.

Siamo certi che ci saranno forze pronte a non tirarsi indietro. Le indagini devono essere condotte con rigore perché un eventuale errore nell’interpretazione di due anni di lavoro sarebbe una macchia non solo sul sistema giudiziario ma anche sulle forze dell’ordine. Ora più che mai, Cassino ha bisogno di una giustizia che sia davvero giusta e di un lavoro d’ufficio che non lasci spazio a dubbi. La lotta contro la nebbia dell’omertà comincia da qui, dalla richiesta di chiarezza e verità. È ora che ogni voce si faccia sentire e che nessuno abbia paura di pronunciare il proprio nome nel nome della giustizia. Sono consapevole di chiedervi troppo ma credetemi ne vale anche la vostra dignità.