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Oggi, 16 marzo 2024, ricorre il 46° anniversario del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, uno dei più drammatici eventi della storia della Repubblica Italiana. Quel giorno del 1978, un commando delle Brigate Rosse sequestrò lo statista democristiano in via Fani a Roma, uccidendo i cinque agenti della sua scorta.
Moro venne rinchiuso in un “carcere del popolo” e durante la sua prigionia scrisse lettere strazianti alla famiglia e ai politici, implorando la sua liberazione. Il suo caso diresse l’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale, in un clima di tensione e speranza.
Dopo 55 giorni di prigionia, il corpo di Moro venne ritrovato senza vita nel bagagliaio di un’auto in via Caetani, a Roma. La sua morte segnò un punto di svolta nella storia italiana, provocando una profonda ferita nella coscienza collettiva.
A 46 anni di distanza, il caso Moro rimane un capitolo doloroso della storia italiana, ma anche un invito a non dimenticare il coraggio e la dedizione di un uomo che ha lottato per i principi in cui credeva. La sua memoria rappresenta un patrimonio prezioso per l’intera collettività.